Luigi De Angelis

Luigi De Angelis

La vitalità formale dei quadri migliori di De Angelis è proprio nel drammatico enuclearsi di un linguaggio che per forza interna, e senza alcun ausilio contingente, tende a farsi formalmente compiuto, in pienezza di espressione. "Trovare" la pittura, creare dal nulla una grammatica ed una sintassi, per modeste ed elementari che siano, ma sempre rigorose ed espressive. Dipingere come parlare, ma un parlare ispirato, convincente, serio: con argomentazioni limitate, ma concrete ed ineccepibili. Emozioni che si moltiplicano, ogni volta un esercizio più difficile, da condurre a termine a fiato mozzo, il colore del mare e quello dei cielo, l'accordo di un volume ad un altro volume, la "verisimiglianza" illustrativa del disegno, i fenomeni d'ogni giorno, la pioggia o la tempesta, gli uomini, le cose. Nessun compromesso, nessun punto d'appoggio a questa o quella esperienza, il fermo convincimento di dover far tutto da solo: trovare le immagini da trasmettere, ma collezionare anche un congruo corredo di "invenzioni" formali che permettesse un'effettiva comunicabilità di queste immagini. Ritrovar giorno per giorno la pittura. Come l'uomo delle grotte, senz'altro appiglio che la tradizione - e questa sì, senza dubbio, primitiva e domenicale - degli ex-voto o delle edicole religiose ai crocicchi lungo il territorio dell'isola. E si badi che Ischia non era poi il deserto, c'era quel santone ufficialissimo, con clientela nazionale e internazionale, di Giuseppe Casciaro che non si stancava mai di dipingere la Pineta e il Castello, in tutte le ore di luce, e c'erano i Colucci che, quanto a bravura di mano si facevano sempre più esperti. Ma De Angelis, chiuso (per sua fortuna) nella chiara coscienza di una sua totale impreparazione sul piano tecnico come su quello culturale, neppure osava atteggiarsi in forme di imitazione. La sua era veramente un'altra pittura, una attività per la quale si sarebbe dovuto coniare un diverso appellativo. 0 forse era solo uno svago: una necessità, una imprescindibile necessità al di fuori dal mondo (Raffaello Causa).

La Rassegna di Ischia - www.larassegnadischia.it

Condividi



Articoli Correlati

  1. Gabriele Mattera

    Naturalistici, per così dire, e tuttavia gravidi di allusioni, di corrispondenze profonde.

  2. Aldo Pagliacci

    La sua pittura è spesso provocatoria, sfiora la satira. La descrizione è precisa, meticolosa, senza trascurare i particolari nel disegno.

  3. Aniellantonio Mascolo

    Nell'essenzialità del racconto, nella funzionalità delle linee, la produzione di Aniellantonio Mascolo.

  4. Filippo Cianciarelli

    Filippo Cianciarelli vive in campagna nel villaggio di Fiaiano fra poche case raccolte intorno alla chiesa e i campi.

  5. Vincenzo Funiciello

    Il segno distintivo dell'arte di Funiciello è un vivacissimo ed espressivo splendore dei colori.

  6. Mario Mazzella

    I suoi quadri, nella essenzialità figurativa e stilistica che li fa riconoscere a prima vista.

  7. Raffaele Iacono

    Nel variegato panorama della pittura isolana Raffaele Iacono s'inserisce come esponente della tendenza.

  8. Giovanni Di Costanzo

    La libertà di espressione è totale, si riprende in autoritratti grotteschi, melanconici, allegri, sornioni.

  9. Eduardo Colucci

    Eduardo Maria Colucci, nato ad Ischia nel 1900 e morto nel 1975, era un pittore discontinuo e non molto prolifico.

  10. Bolivar Patalano

    Non c'è che dire: Bolivar è un pittore di ragguardevole statura, la cui dimensione ti è rivelata appieno.