L'isola d'Ischia e il suo Commenda

L'isola d'Ischia e il suo Commenda

Ischia deve davvero molto ad Angelo Rizzoli, la cui memoria è viva a distanza di decenni dalla sua scomparsa. Prima che il magnate milanese vi sbarcasse nel 1951, la ridente Pithacusae era un'isola decisamente povera, le cui uniche risorse economiche erano costituite dalla pesca e dall'agricoltura. Fu Rizzoli, consapevole delle enormi potenzialità termo-minerali nonchè paesaggistiche insite sul territorio, a decretare la rinascita turistica ed economica di quella che poi ricevette la nomea di "isola del paradiso".

Alla fine degli anni Sessanta, l'alta società avrebbe voltato le spalle ad Ischia preferendole la più lussuosa Costa Smeralda o, piuttosto la già rinomata isola di Capri,ma, nella metà degli anni Cinquanta, non vi era una star di Hollywood che non trascorresse le sue vacanze nell'albergo della "Regina Isabella", frequentando il jet set ischitano. Non appena mise piede a Lacco Ameno, Rizzoli vi acquistò, per farne la propria residenza, la magnifica Villa Arbusto, acquistata, dopo la sua morte, dal Comune ed eletta a sede del Museo archeologico di di Pithecusae e del museo "Angelo Rizzoli". Sue proprietà divennero anche le Terme Regina Isabella con l'Albergo Santa Restituta ad esso adiacente, le annesse Terme Radium e quelle Manzi di Casamicciola. Inizialmente, l'imprenditore milanese intendeva operare una ricostruzione e ristrutturazione dell'intero territorio isolano: da Lacco Ameno a Casamicciola, da Barano ad Ischia Porto.

Benchè fosse costretto a ridimensionare i suoi ambiziosi piani, il complesso alberghiero edificato a Lacco Ameno e a Casamicciola si rivelò per lui un affare d'oro. In particolare, l'Hotel "Regina Isabella" con la sua dependance "Royal Sporting" divenne la meta prediletta di tante celebrità in vista, tra cui Clark Gable, Reza Pahlevi, Liz Taylor, Esther Williams, i Duchi di Windsor. Del profondo affetto ed ammirazione di Rizzoli per le bellezze dell'isola ne sono prova i cosiddetti film "ischitani", girati negli anni Cinquanta e Sessanta, da "Suor Letizia" a "Vacanze ad Ischia", da "Appuntamento a Ischia" a "Ischia operazione amore". Si trattava di pellicole commerciali rispetto a quelle di un Antonioni o di un Fellini da lui prodotte, ma che fungevano da ideale veicolo pubblicitario, al fine di potenziare il settore turistico che, verso la fine degli anni '60, già alimentava una parte consistente dell'economia isolana.

Sul versante delle opere sociali non va dimenticata nel '61 la costruzione a Lacco Ameno della moderna struttura ospedaliera "Anna Rizzoli", dedicata alla moglie, iniziativa di grande valore se si tiene conto della mancanza in tutta l'isola si un ospedale. A renderlo mecenate amatissimo dagli isolani fu, inoltre, la controversa decisione di spostare a Lacco Ameno la sua residenza fiscale. Ciò provocò non pochi attriti con il capoluogo lombardo che, non volendo perdere il suo facoltoso contribuente, ingaggiò una vera e propria lotta con il piccolo comune ischitano che si risolse, prevedibilmente, nella capitolazione di Rizzoli, "persuaso" a ristabilire qualche anno dopo la sua residenza fiscale a Milano.

Personalità decisamente poliedrica, il "commenda", come lo definivano i suoi collaboratori, era cresciuto nell'orfanotrofio milanese "Martinitt" e desiderò sempre avere una rivincita sociale. Senza nascondere le sue umili origini, si fece strada con caparbietà e lungimiranza, suscitando la devozione degli ischitani, che vissero la sua scomparsa, il 24 settembre 1970, alla stregua di un lutto familiare. In suo onore, l'Ente provinciale per il turismo di Napoli istituì il Premio "Angelo Rizzoli" per autori cinematografici, manifestazione annuale ora non più in vigore, la cui prima edizione si svolse a Lacco Ameno nell'ottobre del 1972. Nel 1963 per la sua instancabile attività di produttore cinematografico (fondò la Novella Film, la Cineriz, la Federiz, la Francoriz) gli venne conferito anche il Premio "Epomeo Ciak".

Nella sua mente c'era il progetto di realizzare nuove strutture alberghiere sull'isola per venire incontro a quel turismo di massa che si profilava all'orizzonte. Non fece in tempo a realizzarle, ma contribuì più di ogni altro a sganciare Ischia da quella realtà contadina cui era ancorata e a farne una meta del turismo internazionale.

Fonte: www.ilgolfo.it

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