Giovanni Di Costanzo

Giovanni Di Costanzo

La libertà di espressione è totale, si riprende in autoritratti grotteschi, melanconici, allegri, sornioni. Riprende quelli che gli stanno intorno in ritratti dove predomina un senso di solitudine, di panico, qualche volta di disperazione, raramente di buonumore. I suoi paesaggi d'Ischia rimarranno fra i più freschi ed immediati di quanti sono stati realizzati. I pleniluni, i meriggi infuocati, le barche alla fonda, le nature morte hanno l'intensità, l'immediatezza, la sensualità dei versi di Saffo. Le sue piazze d'Ischia, i suoi Castelli dimostrano che ha assimilato bene la lezione dei metafisici, dei cubisti e dei surrealisti. Mi è difficile parlare di tutta la infinita tematica del Di Costanzo, dato il numero rilevantissimo di tele e di disegni ammucchiati nella sua casa e finora mai esposti al pubblico. Per esempio andrebbe fatta una mostra tematica solo per gli animali da lui dipinti, cani, gatti, farfalle, pipistrelli, vacche, pecore, asini, cavalli e via dicendo, tutti sullo sfondo di paesaggi o con figure. (?). Una cosa mi sento di dire fin d'ora, che non rni sembra esagerato accostarlo, per la sua forza espressiva, per la potenza del disegno, per la varietà e vastità dei suoi interessi, per la prodigiosa tavolozza, ad uno dei maggiori pittori italiani viventi, a Renato Guttuso, senza i furori polemici e dialettici di quest'ultimo. Si vede che hanno percorso le stesse strade con risultati per tanti versi simili, con prevalenza dell'edonismo in Di Costanzo e dell'impegno civile e politico in Guttuso" (Michele Longobardo).

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