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La storia dell'isola d'Ischia

La storia dell'isola d'Ischia

L´isola d´Ischia, come Procida, si può considerare come una propaggine della zona altamente vulcanica dei Campi Flegrei. Le prime eruzioni vulcaniche formative si ebbero nel Pliocene (circa due milioni di anni fa) e diedero vita al nucleo principale di questa formazione vulcanica, il Monte Epomeo. Negli ultimi 150000 anni, invece, si sono avute le eruzioni che hanno dato all´isola l´aspetto attuale. Anche dopo la formazione dell´isola, tuttavia, le eruzioni vulcaniche continuarono: la più antica di cui si ha notizia risale al 2200 a.C., detta di Monte Corvo, nella zona di Forio. Seguirono diverse altre tra le quali giova ricordare quella del Montagnone, nel VI secolo a.C., che provocò l´apertura del cratere di Ischia Porto, occupato oggi dal porto principale dell´isola; quella del Monte Rotaro del IV secolo a.C. e, infine, l´ultima del 1301, detta dell´Arso, che coprì quasi interamente il versante orientale dell´isola, cambiando non poco i connotati geografici di quella zona.

I primi insediamenti umani risalgono alla colonizzazione greca del 770 a.C. ad opera dei Calcidesi che trasformarono l´isola in avamposto commerciale per i loro traffici nel Mediterraneo, soprattutto nel settore dei manufatti in terracotta. La zona dell´insediamento, l´odierna Lacco Ameno, fu chiamata Pithekoussai e probabilmente fu la prima colonia greca d´Italia: era una città molto importante e aveva un´acropoli, una necropoli e un porto riparato e molto trafficato. Abbandonata per le continue eruzioni vulcaniche, l´isola fu poi occupata nel 474 a.C. dal tiranno Gerone di Siracusa che la utilizzò come base navale nella guerra contro gli Etruschi. In seguito passò sotto il controllo di Napoli a cui la tolse Silla nell´82 a.C.. Nel 29 a.C. l´imperatore  Augusto la restituì a Napoli in cambio di Capri. In quest´epoca l´insediamento si era spostato nella zona orientale, corrispondente alla odierna Ischia Ponte: la città romana prese il nome di Aenaria e ben presto divenne un importante centro per la lavorazione dei metalli estratti nei giacimenti di cui l´isola era ricca. Ma anche per Aenaria furono fatali gli sconvolgimenti tellurici che la inabissarono nel II secolo d.C., provocandone l´abbandono.

Nel Medioevo Ischia fu soggetta alle continue incursioni dei Saraceni, che la resero molto insicura e soggetta a continue distruzioni. Diverse furono le dominazioni che interessarono l´isola, e in generale la vicina Napoli, nel periodo medievale: dal 553 al 1139 Ischia è sotto il controllo dei Duchi Greci di stanza a Napoli; dal 1139 al 1194 abbiamo la dominazione Normanna, con la quale si rafforza il processo di fortificazione dell´isola, iniziato in epoca greca, soprattutto nella zona dell´isolotto oggi denominato Castello. A partire dal 1194 fino al 1266 Napoli, e quindi Ischia, sono interessate dalla dominazione degli Svevi: è un periodo di calma che favorisce lo sviluppo dell´isola sia dal punto di vista demografico che economico.

Dal 1266 comincia il periodo più importante del Medioevo campano con l´avvento al trono del Regno di Napoli degli Angioini. L´Isola d´Ischia divenne un importante centro di difesa dei confini marittimi del regno: il Castello fu ingrandito e oltre ad essere bastione di difesa inespugnabile, fu trasformato anche in sede dei governanti locali nonché delle famiglie nobili isolane. Il Borgo antistante l´isolotto del Castello si ingrandì e divenne un importante centro per la lavorazione della seta (Borgo di Celza).

Nel 1301 la violenta eruzione vulcanica dell´Arso distrusse la parte est dell´isola costringendo la popolazione a rifugiarsi sul Castello che da questo momento divenne una cittadella autonoma e sede anche delle autorità religiose oltre che civili. Dopo anni di lotte di potere tra i vari rami della famiglia d´Angiò, nel 1442 il regno di Napoli e con esso Ischia passarono sotto il dominio degli Aragona: sono questi anni d´oro per l´isola che conosce il buongoverno degli Avalos che l´avevano ricevuta in feudo dai sovrani aragonesi. Il Castello si trasforma in residenza lussuosa frequentata da numerosi intellettuali attratti dalla figura di Vittoria Colonna, la poetessa più famosa del cinquecento italiano, che passò gli anni della gioventù proprio sull´isola. Non a caso da quel momento si cominciò a chiamare l´isolotto Castello Aragonese, soprattutto in onore del primo sovrano aragonese a governare su Napoli, Alfonso. Costui rivoluzionò la struttura del Castello costruendo il ponte che lo collega all´isola maggiore, scavando la galleria che porta fino alle zone alte della rocca e innalzando le potenti mura che mai nessuno fu in grado di espugnare. Nel XVI secolo questo piccolo isolotto fu in grado di ospitare circa 3000 abitanti residenti e offriva alla sua popolazione ogni servizio: basti pensare che c´erano 4 parrocchie, la cattedrale, la sede vescovile, conventi, ampie zone coltivate a terrazze e tutti gli uffici amministrativi più importanti.

Il declino cominciò con gli anni bui del Viceregno spagnolo, quando, venuti a mancare gli ultimi rappresentanti di alto livello della famiglia Avalos che avevano assicurato il buongoverno nonostante la caduta della dinastia aragonese avvenuta nel 1501, l´isola fu abbandonata a se stessa e alle scorribande dei pirati. La situazione sembrò migliorare con l´avvento al trono di Napoli dei Borbone nel 1734: i primi anni del loro regno videro, infatti, un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione e la costruzione di opere pubbliche come strade, porti e edifici per il popolo.

Il re Ferdinando di Borbone rese Ischia sua meta di vacanza e nel 1854 trasformò il lago, formatosi in uno dei crateri vulcanici dell´isola, nell´attuale porto più importante di Ischia, aprendone un lato. Le vicende storiche isolane seguirono in quegli anni quelle del regno di Napoli: si ebbe quindi la rivoluzione del 1799 con l´innalzamento nelle principali piazze dell´isola del´albero della libertà; si assistette poi alla restaurazione borbonica, con la limitazione molto forte delle libertà individuali; si visse, infine, l´epopea risorgimentale fino all´Unità d´Italia, quando l´isola entrò a far parte dei territori del Regno dei Savoia.

Si giunge così al Novecento quando, soprattutto a partire dagli anni '60, l´isola cominciò ad aprirsi al turismo che ben presto divenne la prima risorsa dell´economia locale.

Antonio Castagliuolo

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