Bolivar Patalano

Bolivar Patalano

"Non c'è che dire: Bolivar è un pittore di ragguardevole statura, la cui dimensione ti è rivelata appieno, e ti lascia addirittura stupefatto, dai suoi ritratti nei quali la deformazione totale del soggetto scende fin giù, nella segreta entità della persona. Ho seguito questo grande pittore, l'ho osservato attentamente si può dire nell'arco di una vita, con occhio a volte critico ma sempre partecipe e costruttivo, riuscendo infine a penetrare in quella zona apparentemente d'ombra che egli sembra lasciare in ogni tela, e altro non è che il mistero dell'arte che si fa luce. Nell'orgia di colori in cui sommerge i suoi soggetti, in quella che sembra una confusione cromatica impressionante, si delinea un vasto orizzonte e una via che Bolivar ti addita, forse inconsciamente. A prima vista, il suo linguaggio pittorico è ostico e sotto certi aspetti indecifrabile; ti scombussola e al tempo stesso ti avvince. Poi ti trasporta e ti incanta in quello che è il gioco della sua pittura: un gioco che può anche atterrire per la visione inconsueta che ti offre. Un volto in apparenza ti sorride; poi, fissandolo, quel sorriso si trasforma in un ghigno, si dilata mostruosamente e ti lascia sospeso a mezzo fra il diabolico e l'estatico inafferrabile. Gli occhi (in particolare quelli delle donne) li vedi sonnecchianti, e all'improvviso ti sgranano addosso un lancinante sguardo di fuoco. Una sequela di lacerazioni, di urli di colore; ma, dopo averle osservate a lungo, le figure si ricompongono, escono da questa specie di vivisezione, acquistano somiglianze inattese. Il pittore ti presenta un'immagine della figura che hai sospettato dal principio, che ti lascia stupefatto di scoprire, in una ridda di colori, quella che è la vera entità del personaggio ritratto. Bolivar ha transumanato qualcosa che appartiene anche a lui stesso pur rimanendo inconfondibile, per quel procedimento tipico degli artisti più dotati di ogni tempo".

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