L'argilla di Pithecusa, un biofarmaco di tremila anni fa

L'argilla di Pithecusa, un biofarmaco di tremila anni fa

I pithecusani avevano imparato ad utilizzare non solo le acque termali, ma anche la creta e l'argilla per curare malattie e ritemprarsi nel corpo e nell'anima. L'argilla isolana deriva da pirociastiti e cineriti di diversa origine vulcanica, ed è ricca di incredibili qualità terapeutiche esaltate da elementi radioattivi (radon) che conferiscono a questo incredibile prodotto della natura un'unicità curativa confermata da studi e ricerche scientifiche. Essiccata al sole l'argilla è conservata in vasi di terracotta per essere utilizzata in vari modi, preparando cataplasmi (miscela di acqua e argilla con l'aggiunta di olio d'oliva) utili nelle cefalee, nevralgie, in caso di febbre ed otite. Soluzioni di argilla e erbe erano utili in caso di faringiti, tonsilliti e di tutte le infezioni delle prime vie respiratorie. Anche in caso di distorsioni si preparavano intrugli a base di argilla, parietaria e bianco d'uovo "stoppata".

Il bagno nelle acque calde dell'isola

Consueto era il bagno nelle acque calde dell'isola preceduto da un'infarinatura nell'argilla. Questo bagno possiede un elevato potere tonico ed energizzante, oltre a rigenerare lo strato dermico, rendendolo fresco e levigato (effetto peeling ed antirughe). Nelle persone anziane il bagno svolge un benefico effetto nella cura dei disturbi circolatori e nell'affaticamento psicofisico. Nella cosmesi l'argilla ridotta in polvere finissima e miscelata con oli essenziali ed erbe medicinali, svolgeva un sicuro effetto ringiovanente del viso con evidente attività rigenerante ed idratante.

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