A Forio d'Ischia con Beethoven e Schubert

A Forio d'Ischia con Beethoven e Schubert

Lo slancio di giovani artisti, i pianisti Federica Monti e Fabio Bianco animatori dell´associazione "Note Sul Mare" di Forio d´Ischia, l´entusiasmo dell´imprenditoria aperta alla cultura ovvero di Maria Monte dell´Hotel Providence sempre di Forio che è "main sponsor" con tanti altri sostenitori meno impegnati per ora, tutto privato quindi, hanno dato vita ad una prima rassegna di giovani (è ovvio, e di ottimo auspicio) concertisti che si alternano, si direbbe con incoraggiante successo, dall´inizio alla metà del mese di giugno sulla terrazza panoramica del prestigioso albergo che sovrasta la Baia di Citara .Sobria l´etichetta della passerella di talenti in ascesa, "Classica Festival", ed il bel recital di Andrea Francesco Solinas, di Sassari, al suo esordio dalle nostre parti, proprio è stato un concerto di purissimo classicismo con due sonate di Beethoven ed una di Schubert, una locandina tutta viennese finalmente, poco consueta soprattutto per un solista poco più che ventenne. Un programma invernale in realtà, che sullo sfondo del mare e del cielo, quali Beethoven e Schubert cantarono e sognarono ma mai videro, mostrava cieli dell´anima in contrappunto a quello dei sensi. Nessuna delle altre serati in cartellone, nell´incalzante ritmo di una manifestazione ogni due giorni è classica del pari, con aperture infatti all´operetta, al tango, all´impressionismo simbolismo, a varie seduzioni di colore e di atmosfera, etc. Hanno suonato i padroni di casa all´inaugurazione, comprensibilmente, poi il duo Canarini-Adriani, ed a seguire il duo D´Atri-Sciarretta, Dacrelee-Scibilia-Palazzo, Radivo-Della porta, con ancora un recital di solo pianoforte affidata a Renata Benvegnù. Artisti della nostra terra e di altra formazione dunque ci sono, favorendo la circolazione dei talenti, delle esperienze. La singolare ed apprezzabile scelta dell´artista sardo, con grandi capacità di abbandonarsi alla melodia che scaturisce dalla continua sua esperienza dell´accomppagnare cantanti e da una complessiva ampia cultura, ha fatto gustare le sonate op. 10 n. 3 e op. 90 di Beethoven, proposte come la successiva lunghissima sonata op. 42 di Schubert con rara trasparenza nel canto, si direbbe riflesso del suo limpido sguardo. che pure si fa cupo e teso all´inizio di ogni movimento. Però la musicalità, la sicura competenza la vincono sulla preoccupazione, e le pagine complesse ed articolate scaturiscono dalle sue mani, in modo piano e denso.

Il suono è plastico, generoso e terso

Il suono è plastico, generoso e terso, sblazato con giovanile baldanza, che negli anni sarà dal tempo volto a più meditative soluzioni. Il chiaroscuro prenderà il posto dell´affermativa enunciazione ottimistica della tardissima adolescenza. In quest´ottica anche la "Gimnopedia" famosa di Satie donata come bis al pubblico plaudente, è stata eseguita con classica compostezza, quasi severità, senza i manierismi consueti.

Fonte: www.ilroma.net